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Casa Bicocchi

Casa Bicocchi

Antica dimora ottocentesca 

La “Casa museo Bicocchi” è ubicata a Pomarance lungo Via Roncalli. Antica dimora della nobile famiglia dei Bicocchi grandi proprietari terrieri che possedevano varie fattorie tra le quali quelle di Sant’Ippolito presso Montecerboli e quella di Follonica (Fattoria n.1).
L’edificio fu acquistato, con atto di compravendita dalla famiglia Biondi, nel 1834 da Giuseppe e Michele Bicocchi che aveva sposato la sorella della moglie del conte Francesco De Larderel. Michele, entrato in società con i De Larderel fu per qualche tempo amministratore delegato della Società Larderel F e C..  
Dopo l’acquisto della Fattoria di San Ippolito, posseduta anticamente dagli Inghirami di Volterra, il palazzo di Pomarance passò a Giuseppe Bicocchi e in seguito al figlio Emilio Bicocchi che ricoprì varie cariche pubbliche come il padre (fu sindaco di Pomarance e Consigliere Provinciale tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento). Emilio Bicocchi, sposato con la nobile Paolina Ghilli, ristrutturò il palazzo attorno al 1874. 
Gli eredi della famiglia lo hanno posseduto fino agli ‘80 del novecento quando è stato acquistato dal Comune di Pomarance e che lo ha destinato in parte a struttura ricettiva e in parte a Museo dell’ottocento.
Al suo interno si ammirano arredi e decorazioni ricche e preziose, che conferiscono all’ambiente un tono di sontuosità e benessere: uno spaccato di vita del XIX secolo che si è conservato a Pomarance e che fa riscoprire la storia dell’ottocento in un piccolo centro della Val di Cecina. 
Al suo interno è possibile visitare la grande cucina e la sala da pranzo con mobili realizzati da artigiani pomarancini tra i quali i famosi Bonucci-“Falugi”, il salone da ricevimento con gli affreschi settecenteschi, riscoperti durante i restauri, le camere da letto con i baldacchini, le suppellettili e con i soffitti decorati con gli stemmi di famiglia, le pregiate carte da parati francesi, la stanza dei giocattoli, la biblioteca e la chiesa privata con l’altare e arredi, affrescata a “Tromp l’oeil” con finti archi gotici per dare la percezione di un dilatarsi dell'ambiente.