Ubicato lungo via Roncalli, nel centro storico di Pomarance raccoglie, con una “mostra permanente”, resti archeologici rinvenuti durante varie campagne di scavi nelle zone comprese tra i fiumi Cecina, Sterza e Cornia: un’area abitata sin dal paleolitico, poi popolata in epoca villanoviana, eneolitica, etrusca e romana.
Il museo ospita numerosi reperti interessanti non solo per il loro valore storico e archeologico ma anche per quello artistico come la Stele funeraria di Larth Atharnies (VII secolo a.C.), con l’immagine di un “aruspice” o sacerdote etrusco raffigurato con la “macharia”, un lungo coltello sacrificale, ritrovata nel 1898 in località Stilano, bronzetti votivi e statuette romane.
La presenza umana nella val di Cecina è confermata dal ciottolo di calcare con inciso un bisonte proveniente dalla necropoli preistorica di Lustignano e da reperti in selce e vasellame del periodo di “Rinaldone” ritrovati in località Le Stoppiacce. Interessante è la sezione dedicata agli scavi di Bagnone presso Sasso Pisano con reperti provenienti dalle famose terme etrusco romane conosciute come “Aquae Volateranee” e indicate nella “Tabula peutengeriana”. Seguono l’esposizione dei reperti di epoca romana come bronzetti votivi, il ghiraio, oggetti di uso quotidiano, monete romane, cammei e la copia dell’iscrizione funeraria dedicata al cavaliere romano “Marius Montanus” (l’originale è conservato nel Museo Guarnacci di Volterra) e ritrovata nel 1963 in località San Sisto, sotto la Rocca Sillana.
Interessante la sala dedicata ai reperti medievali e rinascimentali ritrovati a Rocca Sillana dove sono esposte ceramiche di uso quotidiano e da parata del XIV secolo, l’impugnatura di una spada principesca denominata “cinque dea”, punte di balestra, varie ceramiche come alcune maioliche di Montelupo fiorentino e “pomarancine”, caratterizzate dalle così dette ceramiche “ingobbiate graffite” con decori a “pinza di granchio”.
Ceramiche di produzione locale del XVI secolo, che sono state valorizzare in una particolare sezione del museo nella quale sono esposti gli “scarti di fornace”, ritrovati nel 1996 all’interno dei resti di antiche fornaci “da vasellame” nel centro storico di Pomarance (via delle Fornaci) che sono caratterizzati da un particolare decoro raffigurante dei delfini graffiti sul bordo del piatto legati per la coda e dagli stemmi nobiliari raffigurati al centro, come quelli dei Santucci, dei Biondi, dei Colonna, dei Pandolfini, dei Roncalli. Di particolare interesse le ceramiche graffite con decoro a “volo di rondine” e i caratteristici “piedi di gallo” utilizzati per il distanziamento in cottura dei manufatti con impresso il sigillo del “vasellaio” che li aveva prodotti utilizzando l’argilla estratta in località Arzillaia fin dal medioevo.